Un elemento si definisce essenziale quando la sua mancanza in un sistema pianta/sabbia o pianta/soluzione porta ad uno sviluppo anormale o alla morte della coltura. Quando parliamo dei macronutrienti (o macroelementi) li riteniamo tutti fondamenti per una corretta crescita della pianta. Nel caso dei micronutrienti (o microelementi) possiamo citare tra i più importanti: ferro (Fe), zinco (Zn), manganese (Mn), rame (Cu), boro (B) e molibdeno (Mo).
L’efficienza nel processo di assorbimento degli elementi nutritivi da parte delle piante dipende da diversi fattori, in particolare:
concentrazione di ioni nella fase liquida in base alla natura chimica e fisica del terreno;
antagonismo e sinergismo: rapporti che si instaurano tra gli elementi, i quali possono avvantaggiarsi o bloccarsi reciprocamente;
tensioni di ossigeno nel terreno: il ristagno idrico non permette il buon assorbimento dei nutrienti;
pH del terreno: ogni elemento viene assorbito in maniera più efficiente in specifici range di pH;
estensioni e funzionalità dell’apparato radicale: più è espanso, più è in grado di esplorare la rizosfera.
In questo articolo ci soffermeremo sull’importanza del microelemento ferro per le piante.
Il ferro è uno degli elementi fondamentali per la corretta crescita delle colture, questo però risulta poco mobile e – anche se presente all’interno del terreno – non è facilmente assorbibile dalla pianta. I fattori che predispongono ad una carenza di ferro sono:
presenza di calcare;
eccessiva umidità del suolo;
temperature estreme (troppo basse o troppo alte);
presenza elevata di rame, zinco e manganese;
combinazioni di innesto (affinità tra le due parti innestate);
eccessive concimazioni a base di fosforo.
Il ferro viene utilizzato dalla pianta per la formazione di clorofilla, molecola fondamentale per la fotosintesi clorofilliana. Le colture carenti di questo elemento mostrano una clorosi molto pronunciata delle foglie giovani a partire dalle nervature. In seguito, l’ingiallimento si diffonde anche sulle foglie più vecchie per arrivare alla necrosi fogliare.
Come già accennato il ferro non è facilmente assimilabile, per questa ragione deve essere somministrato in forma chelata. Il chelante è un composto organico che si lega all’elemento rendendo la sostanza risultante più stabile, maggiormente assorbibile e con una miglior solubilità a variazioni di pH.
Gli agenti chelanti possono essere divisi in due categorie:
1) fenolici: EDDHA e EDDHSA, vengono applicati per via radicale perché in grado di mantenere il ferro in soluzione nei terreni calcarei;
2) non fenolici: EDTA e DTPA, utilizzati con applicazioni fogliari e su colture mediamente sensibili alla carenza.
Altre differenze degli agenti chelanti sono legate alla tipologia di chelatura, in particolare nei legami che vanno ad instaurare con il ferro: orto-orto EDDHA forma 6 legami, orto-para EDDHA forma 5 legami e EDTA con 4 legami.
Hydro Fert propone diverse formulazioni contenenti ferro per risolvere la microcarenza, ovvero:
Humic Ferro 6: ferro al 6%, complessato con acidi umici. Incrementa la crescita e lo stato di sanità delle piante, nonché la resistenza agli stress. Risulta particolarmente efficace nei terreni alcalini, dove agisce come chelante naturale aumentando la disponibilità dei microelementi bloccati. Il prodotto deve essere applicato in anticipo rispetto ai tradizionali agenti chelanti, in quanto necessita di un tempo di attivazione più lungo; d’altra parte presenta il vantaggio di manifestare un’azione correttiva prolungata.
Kestrene 6: chelato di ferro 6% EDDHSA con una percentuale orto-orto pari al 3,5%, caratterizzato da una totale solubilità e persistenza. È indicato per ogni tipo di terreno, specialmente quelli calcarei, dove gli effetti sono visibili dopo pochi giorni, con un notevole rinverdimento fogliare, una maggiore fioritura e un aumento della produzione. Somministrazioni preventive evitano l’insorgere di fisiopatie, migliorano la fotosintesi clorofilliana, la produzione di zuccheri, la maturazione e la colorazione dei frutti.
Micrap Fe 7L: a base di ferro chelato con EDTA, utile per recuperare velocemente una rigogliosa colorazione verde e la piena attività fotosintetica. Appositamente studiato per integrare o sostituire le applicazioni radicali quando l’assorbimento è insufficiente a causa di avverse condizioni pedoclimatiche.
Micrap Fe/Mn L: a base di ferro e manganese chelati con EDTA. La presenza del manganese chelato potenzia l’effetto curativo del ferro e aumenta l’efficienza fotosintetica delle piante trattate. Appositamente studiato per integrare o sostituire le applicazioni radicali quando l’assorbimento è insufficiente a causa di avverse condizioni pedoclimatiche.
Micrap Ferro 11: a base di ferro chelato con DTPA, consente di recuperare velocemente una rigogliosa colorazione verde e la piena attività fotosintetica, grazie all’alta percentuale di ferro chelato. I migliori risultati si ottengono con applicazioni ripetute (ogni 10 – 12 giorni) ed un’uniforme bagnatura della pianta.
Nutrix Fe 4.8: a base di ferro chelato con EDDHA. L’agente chelante [o-o] EDDHA in alta percentuale (4,8%) attribuisce al prodotto un’elevata stabilità, anche in caso di terreni fortemente alcalini e offre il miglior effetto rinverdente ed una lunga persistenza d’azione. Somministrazioni preventive evitano l’insorgere di fisiopatie, migliorano la fotosintesi clorofilliana, la produzione di zuccheri, la maturazione e la colorazione dei frutti.
Alla luce delle formulazioni elencate, è possibile scegliere il prodotto Hydro Fert più adatto alle esigenze della coltura (pH del terreno, applicazione fogliare, in fertirrigazione o al suolo, formulazione in polvere o liquida, sensibilità della coltura al ferro).