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L’azoto: elemento fondamentale per le piante, ma in quali quantità?

L’azoto è uno degli elementi più importanti dei tessuti vegetali, presente nelle sostanze proteiche, nella clorofilla, negli acidi nucleici (DNA ed RNA), nei glucosidi, e negli alcaloidi.

Soprattutto nei tessuti più giovani, questo elemento è presente in una percentuale del 5-6%, mentre nei vecchi per un 3%.

Grazie all’azoto, le piante esprimono al massimo il loro rigoglio ed è per questo motivo che i terreni necessitano di un’adeguata concimazione azotata, che dia il giusto apporto di questa sostanza.

Azoto: troppo o troppo poco.

La carenza di azoto causa nelle piante un accrescimento limitato, con la formazione di foglie di dimensioni ridotte rispetto al normale, predisposte a cadere in modo precoce in autunno. Può provocare altresì clorosi o arresto della crescita della pianta.
Ma anche un eccesso di azoto non è positivo per la pianta, in quanto provoca squilibri nel ciclo biologico, causando scarsa lignificazione dei tessuti e una più facile esposizione ad essere colpite da malattie parassitarie, senza dimenticare che un eccessivo rigoglio vegetativo porta a consumi idrici maggiori e a un accumulo di nitrati nelle foglie.

L’azoto presente nel terreno: le origini.

La parte più cospicua dell’azoto presente nel terreno proviene dai processi di decomposizione delle sostanze organiche. Un’altra buona parte, poi, deriva dai processi di azotofissazione mediante l’azione dei microrganismi.
Un’altra parte di azoto, sia pure in piccole dosi, proviene dai processi di disgregazione della roccia madre del terreno e dalle precipitazioni meteoriche.

La sostanza, poi, viene assorbita dalle piante in forme diverse:

  1. forma organica – l’azoto deriva dalla decomposizione dei resti di origine animale e vegetale presenti nel suolo.
  2. forma ureica – l’azoto deriva proviene dall’apporto di concimi
  3. forma ammoniacale – l’azoto proviene principalmente dalla decomposizione della sostanza organica e dall’apporto di concimi.
  4. forma nitrica – l’azoto proviene dalla nitrificazione dell’azoto ammoniacale, dall’apporto mediante concimi e dalle precipitazioni meteoriche.

La disponibilità di azoto sul terreno varia a seconda dei terreni e delle condizioni climatiche. Inoltre, dato che tale elemento può essere utilizzabile dalle piante solo in forma mineralizzata (cioè nella forma solida o liquida ottenuta da processi di trasformazione organica o industriale), per essere assorbito deve essere disponibile nel terreno o deve esservi aggiunto tramite utilizzo di concimi.

Quando è meglio concimare con l’azoto.

La maggior parte delle concimazioni azotate si effettua in primavera, ovvero nel momento di pieno sviluppo vegetativo.
Inoltre, è meglio evitare di concimare in periodi troppo secchi o troppo piovosi.
Nel primo caso è consigliabile utilizzare concimi nitrici più solubili, mentre nelle stagioni umide si consiglia l’uso di concimi ammoniacali, meno soggetti al dilavamento. I nitrati di ammonio vanno bene in entrambi i casi, dal momento che contengono una parte nitrica e una ammoniacale. Ci sono, infine, concimi a lenta cessione, che rilasciano l’azoto in maniera graduale.

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